Il Museo Diocesano è ospitato nei locali del Palazzo Ripanti nuovo, sezione di un notevole complesso edilizio ristrutturato nel XVIII secolo che caratterizza la più antica piazza del centro jesino, piazza Federico II, nucleo di origine della urbs romana.
Il palazzo si estende lungo il fronte meridionale della piazza inglobando anche l’edificio già sede dell’Ospedale di Santa Lucia del sec. XVI. L’immobile venne acquisito dal conte Emilio Ripanti nel 1724, ma la disponibilità effettiva vi fu soltanto dopo il 1742 con il trasferimento dell’Ospedale nella nuova sede del corso Matteotti.
Solo allora vennero uniti i due immobili di proprietà dei Ripanti, sovrapassando via Santoni. Con questa opera venne a realizzarsi la più grande cubatura edilizia residenziale privata del centro storico del sec. XVIII.
L’interno dell’edificio unito al primo nucleo del Palazzo Ripanti venne interamente ristrutturato e arricchito di apparati decorativi di notevole interesse artistico. L’ingresso è costituito dal grande salone, che fu sede delle due cattedre di Sacra Scrittura e di Sacra Eloquenza fondate nel 1850 dal grande musicista e munifico benefattore Gaspare Spontini.
Il salone è decorato da quattro grandiose tele dipinte dal noto pittore, imprenditore e architetto jesino Domenico Luigi Valeri. Esse raffigurano episodi tratti dall’Antico Testamento. Cinque deliziose tele rappresentanti amorini e putti festanti con ghirlande di fiori e frutta corrono tutto intorno alla sala, copie esatte della stessa serie eseguita dal Maratta (due delle cinque tele originali sono conservate al Louvre di Parigi). La commissione delle tele risale al 1728 e sono testimonianza della formazione pittorica del Valeri condotta all’insegna del classicismo romano. Le prime due sale espositive presentano anche una interessante partitura pittorica nel soffitto, con motivi a grottesca e vari motivi iconografici tipici dei palazzi nobiliari dei secoli XVII e XVIII.